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Recensione #80: The Reef

mercoledì 19 agosto 2015

Che volete farci, ormai c'è presa fitta con le bestie! Dopo aver visto il deludentissimo Megalodon, io e Gloria ci siamo messi giù ed abbiamo fatto una piccola ricerca su internet, giusto per vedere se oltre a quelli che conoscevamo già, ci fosse qualche altro film con gli squali. Non potete capire l'enormità di letame che è stata prodotta, lo squalo è abusatissimo nei film (basti pensare a Sharknado) e perciò reperire qualcosa che non sia fatto con i piedi è veramente arduo. Dopo esserci imbattuti in squali giganti contro squali meccanici o ibridi metà squalo e metà piovra (ci riferiamo agli abomini Mega Shark VS Mecha Shark e Sharktopus che probabilmente, per farci del male, vedremo presto) troviamo The Reef.
Dalla locandina non sembra una merdata, che dici?” “Beh in effetti...”. E The Reef sia allora. Questo è un film australiano del 2010, strano che non ne avessimo ancora sentito parlare, e vede Luke, Matt, la sua nuova fidanzata Suzie, Kate (la sorella di Matt e un tempo era la fidanzata di Luke), e Warren, andare a fare una girata in barca per le coste australiane. Mentre viaggiano in aperto oceano, l'imbarcazione si incaglia nella barriera corallina e i cinque si ritrovano di fronte a un bivio, affondare mentre attendono i soccorsi o tentare di attraversare a nuoto le dieci miglia che li separano dall'isola più vicina.4 di loro optano per la seconda soluzione ignorando che nelle acque è presente un gigantesco squalo bianco. Ok, d'accordo, trama già rivista e risentita in Open Water (più o meno), anche se con delle variazioni, lo scenario è identico: gente in barca, problemi, gente in acqua, squalo in acqua, gente nello squalo. Non si ha molto da dire in questo genere di film, ci vuole una discreta bravura nel saper dosar bene i tempi di narrazione e infondere allo spettatore la giusta quantità di ansia, in modo da non schiacciargli le palle con la ripetitività data dall'ambientazione. A differenza di Open Water, qui il regista fa davvero un buon lavoro, facendo stare in tensione lo spettatore dall'inizio alla fine del film. Era da un po' che non vedevo Gloria rannicchiata sul divano ad occhi sgranati che dice “No, no, non ho più il sangue freddo per vedere sti film... No, no non posso guardà... Amo, fammi una sigaretta su!”. In The Reef la tensione si taglia col coltello, vorresti parlare con i protagonisti per dirgli di stare attenti, o di fare in un altro modo, sei letteralmente trasportato in acqua con loro. Inoltre, dettaglio non da poco ma che ormai siamo abituati a vedere all'inizio di un sacco di film, la pellicola è ispirata ad un fatto realmente accaduto, per la precisione sulla vera storia di Ray Boundy, che era l'unico superstite di un incidente simile nel 1983. Prevedibile, un pochino, originale, non proprio, ben fatto, assolutamente si. Uno dei migliori film con gli squali di sempre. Consigliato!

Il voto di 365film:




x2


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x3



E pensare che... potevano farlo su di noi il film, se quel giorno, in viaggio di nozze, non avessi urlato a Gloria di scappare! Lei se ne stava li tutta rilassata...



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